The First Italian Gigafactory will be located in Campania

L'Italia deve recuperare terreno nella mobilità elettrica, quantomeno rispetto ad altri Stati, come Francia e Germania, che possono contare su programmi di sostegno multimiliardari. Eppure non mancano, nel nostro Paese, iniziative avanguardistiche: una di queste sta nascendo nel Mezzogiorno grazie alla Seri Industrial, azienda campana capace di ottenere il sostegno dell'Europa per un progetto destinato a dar vita alla prima, e per ora unica, Gigafactory in Italia.

Link: La prima "Gigafactory" italiana sorgerà in Campania

La storia. Per iniziativa della famiglia Civitillo, la Seri nasce nel 1999 come società di consulenza aziendale e di ingegneria, ma nel corso degli anni si trasforma in una holding di partecipazioni operativa tramite due divisioni principali: la Seri Plast, specializzata nella produzione e nel riciclo di materiali plastici per il mercato delle batterie, l’automotive e il settore idro-termosanitario, e la ben più nota Faam, attiva nella produzione e nel riciclo di batterie al piombo e al litio. Oggi il gruppo, quotato anche alla Borsa di Milano, ha 26 sedi tra Italia, Francia, Polonia e Cina, impiega circa 800 dipendenti e collaboratori e conta su un fatturato consolidato di oltre 150 milioni di euro. 

 

Gli ultimi anni. I legami con il con il mondo dell’accumulo di energia per applicazioni industriali e per l'automotive si rafforzano nel 2013, con l'acquisto della Faam e, successivamente, del ramo della torinese Lithops concentrato nella ricerca sulle celle agli ioni di litio. Quest'ultima acquisizione, finalizzata nel 2015, consente alla Seri di integrare al suo interno tutte la fasi relative alla produzione di batterie di ultima generazione, e quindi di unire sotto un unico cappello competenze specifiche nella ricerca e nella produzione. Due anni dopo l'azienda campana dà il via a una prima iniziativa: si tratta del "Progetto Litio - Teverola 1", destinato a creare il primo polo italiano per la produzione di batterie al litio (con tecnologia litio-ferro-fosfato) nell'ambito del programma di reindustrializzazione del sito ex Indesit/Whirlpool di Teverola, in provincia di Caserta. La Seri, grazie a un investimento di 55,4 milioni di euro, punta ad aprire, entro il primo trimestre dell'anno prossimo, una fabbrica con una capacità di circa 300 mWh/annui che impieghi 75 lavoratori. Lo stabilimento, inoltre, sarà in grado di coprire l'intera filiera delle batterie agli ioni di litio (dalla materia prima al riciclo) e di produrre accumulatori di ultima generazione per diversi ambiti di applicazione, tra cui quelli navale, militare, trasporto pubblico o stoccaggio di energia. 

 

Il secondo progetto. Non si tratta, comunque, di una Gigafactory a tutti gli effetti. Questo termine si addice maggiormente a una seconda iniziativa intrapresa dalla Seri, nel febbraio del 2019, con la presentazione di un progetto di ricerca, sviluppo e industrializzazione nel quadro di un programma IPCEI (acronimo di Important Projects of Common European Interest) varato dalla Commissione Europea per sostenere l'innovazione nelle batterie in Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Polonia e Svezia. I sette Stati, nei prossimi anni, erogheranno finanziamenti fino a circa 3,2 miliardi di euro, con l'intento di mobilitare ulteriori risorse private per un totale di 5 miliardi di euro. Il progetto di Teverola, ritenuto da Bruxelles e dal ministero dello Sviluppo Economico "innovativo e coerente con gli obbiettivi" del programma, sarà finanziato con 505 milioni di euro e prevede una capacità di 3 gWh/annui, "scalabile" in virtù della crescente domanda di mercato e della progressiva riduzione dei costi per macchinari, attrezzature e materie prime. Anche in questo caso, le batterie sono destinate a molteplici impieghi, nell'automotive. Le potenziali applicazioni, infatti, sono varie, ma tutte saranno all'insegna della cosiddetta "customizzazione": saranno soluzioni progettate, sviluppate e prodotte in base alle specifiche esigenze della clientela (veicoli commerciali, auto di lusso/sportive, trasporto pubblico, navale). Questo spiega la capacità produttiva inferiore rispetto ad altre Gigafactory che verranno costruite in Europa, destinate soprattutto a servire il mercato di massa: la Volkswagen, per esempio, intende realizzare una fabbrica da 16 GWh/annui a Salzgitter, la Northvolt una da 16 GWh in Svezia, mentre una joint venture tra la Total e la Psa darà vita a due impianti tra Francia e Germania, per un totale di 48 gWh. 

Si punta anche alle batterie allo stato solido. Del resto, il progetto della Seri è molto più complesso: non è incentrato solo sulla produzione di celle per batterie, ma prevede anche altre attività, tra cui trattamento e il riciclo delle batterie a "fine vita" (l'obiettivo è trattarne 50 tonnellate al giorno). A Teverola, inoltre, si punta a produrre accumulatori allo stato solido, ma le operazioni sono rallentate da gravosi processi burocratici: Bruxelles, infatti, ha dato il via libera già da mesi al progetto, ma ora tocca a Roma porre le basi per l'avvio dell'operatività vera e propria. Alla Seri sono già al lavoro con alcuni partner della filiera, ma sono ancora in attesa dei decreti interministeriali necessari per sbloccare i finanziamenti. La società campana auspica di partire con gli investimenti entro i primi mesi dell’anno prossimo. Se cosi sarà, allora anche in Italia si potrà parlare di Gigafactory.

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